Storia del Presepe 9/12 - IL PRESEPE

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Storia del Presepe 9/12

Storia del Presepe

Verso la fine del XVII secolo l’artista napoletano Michele Perrone, spinto dalla necessità di soddisfare una richiesta via via più numerosa ed estesa, ideò un manichino di altezza inferiore a quelli a snodo, con l’anima in filo di ferro dolce e ricoperto di stoppa e per il quale erano scolpiti in legno soltanto la testa e gli arti. Fu una innovazione importantissima perché , consentendo estrema mobilità e duttilità di atteggiamenti a ciascuna figura, conferiva veridicità, naturalezza alla scena di cui faceva parte e creava l’avvio al presepe rococò.
Furono le istanze rococò, il teatro, in particolare l’opera buffa, il realismo ed anche la moda e le spinte culturali del tempo, le molte componenti del presepe napoletano del settecento. La teatralità, già elemento essenziale del presepe barocco, diventò massima per l’estrema flessuosità del manichino di ferro e stoppa, per la tendenza a riprodurre nella scenografia e nelle scene, Napoli con le sue piazze, il suo mercato, i suoi concertini all’aperto, le sue taverne.
Il ‘700 fu il secolo d’oro dell’arte del presepe. Napoli , ridivenuta capitale di un Regno, in quello che fu il secolo dei lumi per il fiorire delle arti, della filosofia, dell’economia, del diritto, della cultura, fu una delle città europee più brillanti e proprio mentre l’illuminismo cercava di abbattere tutti i principi cristiani, fiorì l’arte del presepe, che, però , si è completamente laicizzato , essendosi arricchito di personaggi ed elementi che nulla o quasi hanno in comune con la sacra scena.

 
 
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