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Il gruppo del Mistero viene ambientato in una grotta arricchita da resti in rovina di un tempio pagano, i personaggi indossano i costumi delle province del regno, siano essi mandriani, contadini, miseri, patrizi. Il presepe diventa specchio della vita quotidiana, con le miserie del popolo minuto e il fasto e lo splendore della nobiltà, l’arte supera, travalica la rappresentazione del mistero come era avvenuto fino a quel momento e anche le altre scene del complesso presepiale presentano mescolanze di sacro e di profano, confusione di epoche, intrusione di elementi esotici, simbolismo più o meno palese. Come il tempio in rovina accanto alla grotta, eco delle scoperte archeologiche del momento, starebbe ad indicare il trionfo del cristianesimo sul paganesimo, accanto agli Angeli che annunziano agli umili la nascita del Signore che li riscatterà dall’antico servaggio, vi sono gli ori, lo sfarzo delle vesti dei Magi, del loro seguito, della nobiltà.
Ciò poté avvenire grazie al rigoglioso fiorire di scultori quali G. Sammartino, e Lorenzo Vaccaro e di tanti altri quali L. Mosca, F. Celebrano, M. Bottiglieri, gli Ingaldi, N. Vassallo, solo per citarne alcuni, i quali, oltre che ad opere monumentali in marmo o materiali nobili per chiese ed edifici pubblici, non disdegnarono di scolpire nel legno o modellare in crete testine di pastori.