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A Napoli la produzione della statuaria presepiale fu intensa e richiesta per chiese e per committenti anche spagnoli, ma oltre il presepe donato alle Clarisse dalla Regina Sancia, nel 1340 del quale, come detto innanzi, si conserva, tuttora, soltanto la Madonna giacente, nulla è giunto fino a noi.
L’arrivo a Napoli di Pietro e Giovanni Alemanno, originari dell’Italia del nord darà particolari impulso alla plastica lignaria presepiale. Molte furono le chiese per le quali Pietro, il padre, personalità artistica di notevole spessore, il figlio Giovanni e numerosi collaboratori scolpirono presepi completi costituiti da numerose figure. Il più antico fu scolpito nel 1478 per la Chiesa di S. Giovanni Carbonara. Le statue erano quarantuno, a grandezza quasi naturale dipinte da tal Francesco Fiore, erano disposte in un ampia e complessa scenografia (delle quali come di tutte le scenografie di presepi anche dei secoli successivi nulla è rimasto ed è possibile solo formularne ipotesi).
Le statue giunte ai nostri tempi sono dodici e l’immagine dell’angelo soffiante di questo più antico presepe giunto ai nostri giorni è stato significativamente scelto dagli “ Amici del presepe di Napoli” come “logotipo” della Sezione.
Altro presepe dell’epoca e quello del Belverte tuttora parzialmente visibile nella Basilica di San Domenico Maggiore in Napoli .
Siamo, ora , in periodo rinascimentale e, primo tra tutti ricorderemo il presepe (1475) dello scultore Antonio Rossellino, custodito a Napoli nella Chiesa di S. Anna dei Lombardi. Si tratta di un vero gioiello: un altorilievo in candido marmo nel quale le figure si stagliano quasi a tutto tondo su uno sfondo-
Tra la fine del ‘400 e i primi decenni del secolo successivo lo scultore rinascimentale Giovanni Marigliano (1480-