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L’arte presepiale dette vita a sua volta, ad un vivace, diversificato artigianato. Accanto al lavoro creativo dei “maestri” nelle botteghe dove collaboravano allievi ed operai, ferveva l’operosità di artigiani specializzati: setifici con telai particolari, sarti, falegnami, cesellatori, argentieri, bardatori, ecc.
Fu il presepe napoletano del ‘700 secondo la definizione dello studioso Raffaello Causa, nel suo “IL PRESEPE CORTESE“....voce tipica della cultura artistica nella Napoli del ‘700.....il presepe che diremo “cortese” per differenziarlo dal vecchio presepe di chiesa... si rivela esperienza mondana, sostanzialmente disincantata e laica, giuoco alla moda della corte, dell’aristocrazia , dei ricchi borghesi.. disimpegno d’elite di cui si attendeva nelle ore sfaccendate del giorno..”. Ed appunto con il tramonto di questa società tanto raffinata e dal gusto bizzarro la favola del presepe settecentesco si conclude.